La scena di un film per scoprire il paradosso quantistico e spirituale: “non esiste Dio all’infuori di Te”
Scritto il 5 Febbraio 2020
Erano gli anni 60 e mio padre faceva il garzone di giorno e l’operatore cinematografico di notte. Mi racconta sempre di quando stanco morto per il lavoro si addormentata sulle macchine da proiezione e si svegliava di soprassalto per i fischi del pubblico.
A volte si era inceppata la pellicola , altre invece si era spenta la fiammella (all’epoca si usava il gas acetilene). Capitava anche di incantarsi a guardare il film dimenticandosi completamente di essere lui l’operatore, un po’ come accade quando dimentichiamo di essere noi stessi a raccontarci le storie.
Sono affascinato dai suoi aneddoti perché mi riportano con l’immaginazione all’epoca in cui guardare un film non era così frequente, e l’uomo non era per nulla abituato alla finzione cinematografica. Nello stesso cinema in cui mio padre faceva gli straordinari spesso erano costretti a cambiare il telo su cui si proiettava. A volte qualcuno sparava colpi di rivoltella verso lo schermo e il pubblico dimostrava apertamente il disappunto verso i comportamenti dei protagonisti, inveendo e lasciando la sala. La realtà veniva confusa con la finzione.
Sorrido, ma so perfettamente che questa illusione oggi è relegata nelle stanze segrete della mia mente. Ci siamo così immedesimati nel ruolo che recitiamo da essere completamente inconsapevoli dei meccanismi che ci portano a trarre le conclusioni. Tali proiezioni contorte sono molto simili a quelle che avvengono al cinema.
Quando siamo presi dal racconto diventiamo tesi, incassiamo il capo tra le spalle e scivoliamo nelle poltrone come se stesse per accadere qualcosa da un momento all’altro. Basterebbe alzarsi andare verso lo schermo e sfiorarlo per capire che sei tratta di un’illusione. Non c’è la storia, non c’è il protagonista, non c’è il contesto. Restano soltanto le emozioni. Quelle sono vere.
Per fortuna abbiamo imparato che sparare allo schermo o litigarci serve solo a passare qualche nottata in caserma. Ma quando siamo fuori dalle sale dimentichiamo che il processo interno alla nostra mente è identico. Non c’è nulla fuori, è tutto dentro. “Non avrai altro Dio all’infuori di me” forse era questo il vero significato del primo comandamento.
Tutto quello che osserviamo all’esterno è l’effetto del nostro “cinematografo” che trasforma ombre e luci in forme sinuose a cui diamo un significato attraverso la memoria , le esperienze vissute e la mitologia. La necessità che abbiamo di distorcere, cancellare e generalizzare i “segni” per non impazzire, si trasforma in un limite quando si tratta di esperienze astratte. Possiamo arginare questo limite mettendo uno spazio tra lo stimolo e la risposta, ma è necessaria molta disciplina. La nostra vita sarà tanto più avvincente fin quando continueremo ad arricchire l’archivio mentale con “diverse” pellicole da proiettare. Se mandi lo stesso film per tutto il tempo ne diventi schiavo nel bene e nel male.
Con questa premessa il cinema è una metafora perfetta per insegnare a guardarsi dentro. Fuori è tutta un’illusione, ma il paradosso che ci indica la necessità di indagare è l’esistenza di queste emozioni così intense da sembrare reali.
Quando proviamo “invidia”, quando l’altro ci ferisce, quando il comportamento dell’altro ci infastidisce, c’è qualcosa di illusorio e qualcosa di vero. Molto simile ad un paradosso quantistico. È quello che pensa un fisico osservando il fotone: se non lo guarda assume le sembianze di un’onda, nel momento dell’osservazione collassa e diventa una particella. Come può essere due cose diverse nello stesso tempo? Come è possibile che un’emozione dipenda sia dall’altro che da noi ?
Mentre l’emozione rappresenta per noi la percezione della realtà, ciò che ci trae in inganno è la falsa consapevolezza che si tratti dell’altro: lui o lei stanno facendo qualcosa di male. Ma è davvero così? Non c’è nessun altro. I principi della fisica quantistica ci stanno dimostrando che non ci può essere un “osservato” senza un “osservatore”. Appena analizziamo un’esperienza la stiamo influenzando.
Quando mio padre si addormentava sulle macchine stava dando l’opportunità agli spettatori di scoprire il motivo per cui si stavano emozionando. Non c’era nessun sullo schermo, la pellicola si era inceppata e tutto era diventato nuovamente bianco.
Allora perché tanta emozione ? Perché la rabbia ? Perché la frustrazione e il fastidio ? Le emozioni sono illusioni necessarie a mostrarci la strada del risveglio.
Ti porto un esempio personale.
Ogni giorno ricevo attestazioni di stima e riconoscimento da decine di persone e a volte qualche critica aspra per il lavoro che sto portando avanti. Ammetto di crogiolarmi nei complimenti e vacillare nelle critiche, ma poi torno a chiedermi : cosa mi infastidisce davvero di questa critica? Quale parte di me la sta proiettando sullo schermo illusorio della vita ?
Credo che ad un certo punto della crescita non c’è nulla di più efficace che imparare da ciò che ti infastidisce sapendo che quella proiezione arriva da un “filtro” della tua mente con un messaggio preciso. Ed è inutile sparare colpi di rivoltella allo schermo altrimenti dovremmo cambiare il telo ogni volta e passare qualche nottata in caserma.
Quindi, ecco a te 3 lezioni che ho imparato dalla storia del cinematografo e grazie agli straordinari di mio padre:
Ho imparato che l’invidia è una mancata accettazione di sé stessi e non ha nulla a che fare con gli altri. Se tu ti accettassi completamente non proietteresti all’esterno quello che non sopporti, vedendolo negli altri e criticando le loro scelte.
Ho imparato che i tratti spigolosi delle persone sono un riflesso di quello che vorrei migliorare in me stesso. Forse vorrei averne un po’ di più o un po’ di meno, ma se ci penso è proprio così. Ci sono voluti 40 anni per comprendere che quell’odioso giochino che facevamo da piccoli non era poi tanto una sciocchezza. Tu offendevi l’altro disprezzandolo ? E lui o lei di sana pianta rispondeva “specchio riflesso!”
Infine ho imparato che l’Universo rappresenta quella Luce necessaria alla proiezione della pellicola. Quando la fiammella si spegne il film sparisce, quando si riaccende non è detto che tu veda esattamente ciò che devi fare. Molto più spesso il filtro tra la luce e lo schermo ti fa notare i difetti degli altri, ma è dietro al filtro che devi scrutare per comprendere il messaggio.
Come nel caso di questa scena tratta da The OA una serie che sto guardando grazie alla segnalazione del filmatrixiano Thomas Cabriolu (siamo tutti fortunati ad appartenere al gruppo pubblico facebook : https://www.facebook.com/groups/filmatrixcambialatuavita/)
L’insegnante vuole avvisare la matrigna di Steve della sua decisione: chiederà l’espulsione del figlio per comportamento violento.
A quanto pare la discussione prende tutt’altra piega. Praire agisce come se fosse la coscienza dell’insegnante e le fa da specchio, in questo che vuole essere un esempio di come dovremmo interrogarci ogni qual volta vediamo negli altri qualcosa che non va. Sono davvero gli altri il problema ?
Questo fastidio che sento, ha forse a che fare con la mia missione cosmica ?
Forse Steve è stato davvero violento, forse è davvero sociopatico, ma cosa c’entra questo con la missione dell’insegnante ? A cosa servirebbe isolarlo? Spesso abbiamo bisogno di chi ci pone le domande giuste per far emergere dalla nostra coscienza le risposte e orientare le scelte e la motivazione.
A tal proposito ricordo un momento buio della mia vita. Un momento in cui il massimo che riuscivo a fare era trascinarmi durante il giorno tra mille impegni, senza priorità, sospinto da l’inerzia di una vita indaffarata. A quei tempi ebbi paura di etichettare la mia condizione ma credo che si trattasse di una leggera depressione. Continuavo a chiedermi cosa farne della mia vita, e tra le tante e confuse risposte che mi arrivarono ce ne fu una, chiara e potente.
Un Maestro mi disse “ Virginio se stai chiedendo motivazione per prenderti cura solo di te stesso sappi che l’Universo te ne darà quanto basta, non di più. Perché mai l’Universo dovrebbe darti tanta motivazione se la tua intenzione è quella di investirla nei tuoi interessi egoistici ? L’Universo ti da sempre quello di cui hai bisogno. Se in questo momento sei depresso è perché non hai bisogno d’altro”.
La mia espressione fu molto simile a quella dell’insegnante in questa scena. Ma come ? Io ti racconto del male che mi fanno gli altri, e tu mi chiedi “cosa hai intenzione di fare?”
Questo singolare modo di vedere dapprima mi risultò duro e sfacciato, ma poi mi aprì gli occhi su una nuova possibile scelta. Se avessi voluto risollevare il capo e sentirmi ispirato mi sarebbe bastato pensare a come far felice molte più persone. A quel punto l’Universo mi avrebbe dato ciò di cui avevo bisogno. Oggi sono qui anche per questo.
E tu ? Cosa stai proiettando sullo schermo della tua vita ? Qual è il messaggio che devi comprendere?
Cosa ti da fastidio negli altri ? Puoi approfittarne per crescere ?
Se ti è difficile afferrarlo provaci dopo una delle nostre meditazioni collettive. Scendere in profondità serve anche a questo, a guardarsi dentro per cercare le risposte e se non dovessi vederle fischia forte, tante volte si fosse addormentato l’operatore 🙂
Vieni nel gruppo facebook per scoprire istruzioni e dettagli della prossima meditazione collettiva:
https://www.facebook.com/groups/filmatrixcambialatuavita/
Ti aspetto, oppure ci rivediamo in giro
Virginio
Antonino
6 Giugno 2017 (18:58)
Credo che la scena parli da solo nel commentare il colloquio tra l’insegnante e la matrigna di Steve, ma soprattutto la risposta della matrigna. Molto eloquente.-
Monica
27 Dicembre 2021 (20:41)
Com’è il titolo del film??
Bruno
7 Giugno 2017 (13:47)
Sempre sorprendente, sono cose che arrivano nel momento …giusto, e visto che considero la “Verità'”sparpagliata in ogni dove, un po e li, un po e’ di la’, un po e’ laggiu’, sicuramente ce ne’ un bel mucchietto nel tuo “lavoro”che stai offrendo a tutti noi, ti posso solo ringraziare, e sono sempre onorato di com partire in questo “cenacolo” di vita. Un grazie con abbraccio, ciao Virginio, ci rivediamo in giro 🙂
Mariella
7 Giugno 2017 (16:50)
Molto – illuminante –
Grazie
Mi aiuta a fare quello che ho in mente …prendere distanza da incomprensioni e situazioni buie
So quali sono i miei limiti …aspetto un focusing generale ❤️
Marco
16 Giugno 2017 (23:53)
Un ottimo esempio di come “gli altri sono il nostro specchio” e di come guardare le cose da diverse prospettive fa diventare un problema un occasione di crescita superando il proprio ego.
NICLA
2 Luglio 2017 (13:56)
Vedere le cose con Nuovi occhi rispetto alla visione ordinariacomune inserita in questa società. Grazie
romina
25 Luglio 2017 (11:42)
The OA è tutto da vedere.Solo una mente libera senza pregiudizi e schemi mentali ne comprende veramente il senso ….
Praire è riuscita a capire il problema con l’insegnante…ci vuole molto per capirlo e dire le frasi giuste per colpire il cuore di una persona…personalmente mi dà fastidio certe cose nell’altro(sparlazzamenti,inumanità,stolking pesronale,diffamazione) e non riesco a mettermi nell’altro….per capirlo…eppoi dai…chi vuole capire e mettersi nei panni di una persona che reputi cattiva o….?
Guido Luigi
11 Ottobre 2017 (10:48)
Nella vita che percorriamo da bambini ad diventare adulti ci vocaliziamo su cose già fatte dai nostri predecessori senza renderci conto che il metterci in discussione ci porta ad affrontare ,la diversità è paure; siamo prima noi a cambiare Usciamo dal catalogo che ci anno disegnato sopra
Patrizia
30 Ottobre 2017 (0:38)
Il tuo nemico è il tuo miglior maestro, dice Lama Michel. È così che si dovrebbe guardare agli altri, una moneta con 2 facce. Scegliere la meno scontata x imparare
Cristina
25 Gennaio 2024 (7:29)
Mi emozionano moltissimo le scene dei film che mi mandate e quasi sempre mi aprono mente e cuore,questa è un misto,in quanto insegnante conosco la realtà della scuola in cui pochissimi hanno mantenuto la loro motivazione,io faccio molta fatica a ricordarla ai miei colleghi
Paolo Mauriello
28 Marzo 2020 (10:41)
mi state bombardando di mail chiedendomi di acquistare il libro, il libro il l’ho già acquistato da feltrinelli e vi ho risposto già attraverso una delle prime mail che voi mi avete inviato, con allegata la mia foto con il libro.evidentemente non l’avete letta, cosa sgradevole, vi prego di scusarmi per la franchezza.
Virginio De Maio
28 Marzo 2020 (10:49)
Paolo riceviamo molte mail, forse l’abbiano persa di vista. Per questo c’è sempre un link sotto ogni mail “cancella la tua iscrizione” per non ricevere più messaggi. Cancello io la tua iscrizione e scusaci per il disturbo
katia De Simone
30 Luglio 2020 (6:21)
non conosco questa serie televisiva… mi ha colpito tantissimo la scena…. sempre più spesso ciò che “disturba o è diverso” viene meo alla porta… perchè la vita con le sue pesantezze non sempre riesce a farti capire che il tuo contributo al miglioramento del mondo è unico! rifletto spesso sul fatto che gli insegnanti amano l’alunno “genio” perchè nella loro mente è loro il merito di tanta fantasia e interesse alle materie… e forse in parte può essere vero, ma poi il “ciuccio” che fine fa? 40 anni fa quando facevo le elementari non si conosceva la dislessia o i disturbi del comportamento… io ero in dietro su tutto quello che “non capivo” ma il maestro di allora portava avanti il programma perchè c’erano altri alunni che capivano tutto… e se loro capivano lui era convinto che tutto funzionasse… solo oggi che sono adulta ed ho dei figli in età scolare, ho potuto capire che ero dislessica e disgrafica… e le mie difficoltà erano dettate da un diverso modo di incamerare le informazioni… io ho bisogno di immagini, di colore, di connessioni a ricordi e fatti per imparare….al diploma ci sono arrivata , con fatica… ma l voto l’ho meritato tutto 55/60… e ne sono fiera… qualcosa è cambiato da allora , ma c’è tanta strada da fare… io resto in “ASCOLTO”… ah vorrei dire a chi legge i commenti che sia il gruppo filmatrix di fb che il percorso filmatrix sono un dono dal cielo…. se vi amate , fatevi questo regalo! con gratitudine Katia
Nella
14 Ottobre 2020 (10:36)
Grazie infinite, scena densa di significati e riflessioni : l’apparenza, il giudizio, l’arroganza, la presunzione, il coraggio di essere diversi, le domande potenti che vanno dritte al cuore della mente… Ho provato dentro uno scombussolamento profondo come un richiamo alla diversità che DEVE emergere per cambiare questo mondo… Grazie di cuore Virginio, il tuo donarti è la diversità nel cambiamento 🙏💖😊
Or
18 Ottobre 2020 (23:20)
Ho tanto timore a dire la mia opinione! Non mi sento all’altezza! Qualcosa mi sfugge sempre! Posso solo dire che ho tanto ammirato la matrigna del ragazzo perché ha aiutato l’insegnante a guardare con uno sguardo nuovo il problema. Quanto è importante non fermarsi all’apparenza e quanto è una benedizione incontrare persone che ci aiutino a scoprirlo!
Lucia Albertini
6 Febbraio 2021 (15:21)
Quello che ho appreso da questa esperienza è che l’universo è , io sono universo e l’universo è luce e quindi io sono luce . Io mi osservo , l’universo osserva me , io osservo l’universo e faccio pace con il tutto …forse non sono stata capace di capirmi da sola , ma mi sento “mitica”
Grazie Virginio
Gianmaria
24 Novembre 2021 (0:03)
Confesso che al mio attuale stato di coscienza non condivido il senso profondo di questa scena e che – allo stato attuale della mia comprensione – nei panni della professoressa non cambierei minimamente la mia decisione alla luce delle parole della madre adottiva del ragazzo. Sono certo che molte sono le cose e le persone (in una parola le proiezioni, per rifarmi alle parole introduttive) che non comprendo e suppongo che in tutto ciò si celi il famoso mistero della croce della religione cristiana, tuttavia – pur accettando ed amando per quanto riesco – continuerò a fare il possibile per evitare ciò che non mi fa stare bene. So per certo che il tempo e la sofferenza sono e sempre saranno maestre di comprensione e compassione; in fondo ho/abbiamo tutta l’eternità e infinite incarnazioni per crescere.
pietro
12 Ottobre 2023 (23:51)
bella scena che fa riflettere ,ma…. non è facile, da un lato un programma da portare avanti con il futuro di una classe dall’altro un disturbatore che sicuramente va aiutato ma che blocca la classe… che fare? il compito della famiglia è educare i professori insegnare… nessuno rimanga indietro ma…. permettimi di aiutarti ..salviamo la pecora ma non perdiamo le 99….